domenica 15 ottobre 2017

IL volo a Vela in Italia dal 1921 al 1940 da Aeronautica Aprile 1995

Il volo a vela in Italia dal 1921 al 1940 di Harald Euteneuer
(L'articolo è stato tradotto dal prof. Pier Egilberto de Zordo, Sezione A.A.A. di Merano).



Aeronautica pubblica la traduzione di un articolo sul volo a vela italiano ripreso dal periodico "Luftwaffen-Revue" che, come è noto, è l'organo della Associazione Arma Aeronautica tedesca con la quale l'A.A.A. italiana si è gemellata.

I l famoso Oskar Ursinus nel 1920 invitò a partecipare alla prima gara di volo a vela sulla WasserKuppe, nel gruppo montuoso della Rhon, L'invito fu rivolto a tutti i clubs di aeromodellismo e di volo a vela, nonché all'Associazione tedesca di volo a vela, ed i risultati conseguiti furono un volo a distanza di 1830 m ed un volo della durata di 2 minuti e mezzo.

Già un anno dopo - nel 1921 - il Ten. Col. italiano Vittorio Bonomi (pilota durante la 1 a guerra mondiale) introdusse il volo a vela in Italia. Due anni dopo si formava il primo Gruppo studentesco volovelisti di Pavia. La Lega Aerea Nazionale (LAN) bandì per il mese di ottobre 1924 una gara internazionale di volo a vela da tenersi sull'Altopiano di Asiago. I piloti daliani dott. Ottone Cattaneo, dotto Franco Segrè ed il maresciallo Canavesi volarono su alianti costruiti dal Gruppo studentesco volovelisti di Pavia, e il dott. Segrè stabilì il primo record italiano di volo a vela. Dalla Germania vennero a partecipare a tale gara, guidati da Oskar Ursinus, i volovelisti Fuchs, Papenmeyer e Martens. In quell'occasione Martens stabilì il record mondiale di volo a distanza, volando per 21 km da Monte Mazze a Dueville. Nel 1926 il dotto Cattaneo ed il maresciallo Pasta stabilirono un nuovo record italiano, volando per 16 km.


Aliante da elevate prestazioni "Alcione BS 28"





Su iniziativa del Maresciallo Balbo, nel 1927 fu inaugurata la prima Scuola di volo a vela italiana a Pavullo, diretta dall'allora Cap. Nannini. Tale scuola svolse un importante lavoro pionieristico, non ultimo quello di avere istruito il primo nucleo di piloti di aliante 'che successivamente assunsero singoli gruppi istruendoli al volo.

Negli anni seguenti il Ten. Col.Vittorio Bonomi, uno dei primi pionieri dell'aviazione e pilota d'aeroplano, istituiva, per incoraggiare il volo a vela, sei premi, due dei quali furono assegnati al dott. Cattaneo e al dott. Segrè per i loro voli record.

Il Ten. Col. Vittorio Bonomi fondò inoltre a erba presso Como una fabbrica per la costruzione di alianti e per dare così maggiore espansione a questo sport.

Siccome nel 1931 il dott. Cattaneo era stato ospite sulla Wasserkuppe nel gruppo della Rhon. nel 1932 prese attivamente parte, insieme con il suo amico Ponti, alla gara della Rhone compì addirittura un volo di 4 ore e 16 minuti. Il suo amico Ponti divenne poi noto per avere scoperto, per costruirvi un aeroporto, il campo di Vigna di Valle vicino ai colli ai piedi dell'Appennino, presso Roma.

Pian piano crebbe l'interesse per il volo a vela in vasti strati della popolazione italiana e, grazie all'intensa attività degli Aeroclubs, si formarono i seguenti gruppi:

- Aeroclub di Como sul campo di Erba sotto la guida di V. Bonomi;

- Gruppo di Genova sotto la guida del Cap. Cartosio;

- Gruppo universitario volovelisti di Roma sotto la guida di Bartocci;

- Opera Nazionale Balilla e Aeroclub di Belluno sotto la guida del dotto Sperti;

- AerocJub di Firenze sotto la guida dell'Ing. D. Nuti e G. Antoni;

- Gruppo "Dal Molin" a Varese sotto la guida di Rovesti;

- seguirono poi gli Aeroclubs di Bergamo, Pescara, Trieste e Gorizia.

Nel 1931 , nell'ambito del "Reale Aeroclub d'Italia", si era formata una Commissione centrale per il volo a vela cui venne affidato il compito di disciplinare meglio l'attività del settore mediante un metodico coordinamento e un'adeguata guida di tutte le forze operanti nel volo a vela e con il compito inoltre di rappresentare il volo a vela italiano nell'ISTUS. L'onore di presiedere tale Commissione toccò dapprima al Professor Pistolesi e poi al Ten. Col. Vittorio Bonomi. 

Aliante "Pellicano" sull'aeroporto Sezze Romano ai piedi dell'Appennino

Convinto dell'avvenire che avrebbe avuto il volo senza motore, il Maresciallo Balbo invitò, nel 1933 Roberto Kronfeld a percorrere 1'1 tali a con un "circo ambulante" ed entusiasmare in tal modo per il volo a vela gli strati popolari. Il giro di Kronfeld ebbe pieno successo, e cronache a più colonne riempirono i quotidiani quando Kronfeld volò intorno al Vesuvio con un aliante. Nell'autunno del 1934 il dott. Cattaneo e Ponti acquistarono da Heini Dittmar un "Condor", per introdurre in Italia il volo a vela con elevate prestazioni. Fino a quel momento, infatti, si era incentivato il volo a vela solo come scuola preparatoria per futuri piloti militari, ma le possibilità del volo a vela non erano affatto ben note. Data la natura peninsulare dell'Italia e considerato il grande numero di laghi presenti nell'Italia settentrionale, l'interesse dei volovelisti si era fin da allora orientato verso la sperimentazione di idroalianti. Il 16 settembre 1934 dall'aeroporto Campo dei Fiori presso Varese furono fatti decollare nove alianti anfibi che in formazione compirono un volo della durata di 22 minuti a ammararono su un lago vicino.

Nel 1934 il pilota veleggiatore Zambelli stabilì anche il primo record italiano di durata, volando per 2 ore e 31 minuti, l'anno successivo Italo Ravazzi volò poi per 5 ore e 45 minuti, Antonio Angeloni per 5 ore e 45 minuti e Luigi Caneppele per 6

ore e 2 minuti. Queste prestazioni iniziali erano certo modeste, ma si trattò di voli compiuti tutti da piloti con brevetto B e su semplici alianti da scuola. Durante i corsi del 1936 si incominciò a volare su modelli più avanzati del tipo del "Granau-Baby", dopo di che ebbe subito luogo un ragguardevole numero di esami per il brevetto C. La costruzione di alianti per grandi prestazioni iniziò veramente appena nel 1937/38.

Dalle scuole istituite nel 1934 a Torino, Milano, Varese, Verona, Como, Udine, Ferrara, Ravenna, Pistoia, Bari, Salerno, Cagliari, Colfiorito, Belluno e Pavullo durante i corsi tenuti nel loro primo anno di attività (1935) furono rilasciati 411 brevetti A e 395 brevetti B e registrati oltre 30.000 voli, risultati assai soddisfacenti per questo inizio e che furono poi raddoppiati nel 1936.

Nel 1936, in connessione con lo sviluppo dell'Arma Aeronautica, il volo senza motore ebbe un notevole incremento. Furono istituite nuove scuole, che, dirette da ufficiali istruttori di volo, vennero formando opportune nuove leve di piloti.

Nel corso delle manifestazioni in coincidenza con l'Olimpiade, il 4 ottobre 1936 e Berlino-Staaken, dove accanto alla rappresentanza tedesca quella italiana era la più forte, il Col. Nannini superò il record di altezza di allora, pari a 600 m, di quasi 1000 m, raggiungendo la quota di 1.530 metri dal punto di decollo. "Orione" e "AI-

STORIA AERONAUTICA

Aliante "Pellicano" sull'aeroporto di Sezze Romano ai piedi dell'Appennino.

banella", al pari dei moderni carrelli posti su chassis a 4 ruote per catapultare gli alianti, incontrarono vivo interesse nel campo tecnico a livello internazionale.

Nell'agosto 1936 sul campo storico di Asiago fu solennemente consegnata alla sua destinazione una Scuola di volo a vela. Asiago è una stazione climatica situata su un altopiano a 1000 m di altitudine sul li - vello del mare a 37 km a sud-est di Trento. Qui, anche se la situazione climatica nel bassopiano del Po è del tutto stabile, le condizioni termiche sono ottime, fatto notoriamente dovuto all'influenza delle Alpi. Ad Asiago si erano ottenuti risultati abbastanza buoni anche in presenza dei più differenti valori di pressione barometrica, di temperatura e di umidità. Di particolare importanza è la constatazione che tutti i 45 esami di brevetto C finora sostenuti ad Asiago furono svolti con perfette correnti ascendenti d'aria calda e con rimorchio aereo. La durata del volo oscillava da un minimo di 15 ad un massimo di un'ora e mezza.

Nell'agosto 1937 ad Asiago ebbe luogo la prima "Settimana di volo a vela", alla quale parteciparono 20 alianti. Se in precedenza si era volato principalmente su modelli tedeschi, in occasione di detta gara si palesava chiaramente per la prima volta lo sforzo di procurarsi alianti di propria fabbricazione. L'unica macchina non puramente italiana era il "Cat-20 del dott. Cattaneo, un "Hutter-L?" costruito su licenza. L'8 agosto 1937 il Sotto tenente Tait della scuola di Pavullo stabilì su "Orione" il record italiano di durata di 5 ore e 58 minuti. Condizioni atmosferiche avverse impedirono purtroppo al pilota di raggiungere prestazioni quali erano state raggiunte in Germania, ma ciononostante in 8 giorni furono totalizzate 97 ore di volo, e siccome i tempi di volo raggiunti in Germania non furono riconosciuti come records, la gara in parola diede all'Italia tre records:
                                    

             Aliante ad elevate prestazioni "AL-3" dell'ing. Silva


Aliante ad elevate prestazioni "Sperber" (Sparviero) di Teichfuss. (II pilota è l'allora tenente Adriano Mantelli, esperto ve/ovelista - nota della redazione di AERONAUTICA).




Durata: Tenente Tait, con 5 ore e 58 minuti su "Orione";

altezza: Peselli, con 1200 m dal punto di decollo;

distanza: Peselli, con 50 km.

In questa gara tutti i decolli furono effettuati con traino da parte di velivoli a motore. In tale occasione furono anche compiute prove per far rimorchiare simultaneamente due alianti da tre velivoli a motore.

Nel 1938 fu ininterrottamente attiva la Scuola di Littoria, mentre quella di Asiago lo fu da giugno a ottobre. Le due scuole istruirono 114 allievi, di cui 63 sostennero l'esame per il brevetto C e 7 per il brevetto C d'argento. In totale nelle due scuole furono effettuati 3954 decolli con traino a fune e 1142 decolli con catapulta. Dall'inizio della loro attività queste due scuole istruirono complessivamente 254 allievi, 118 dei quali assolsero le condizioni per il brevetto C e 10 le condizioni per conseguire il distintivo previsto per elevate prestazioni, per un totale di 9945 decolli con traino a fLme e 2032 decolli con catapulta.

Nel febbraio 1939 sul campo di Sezze (Littoria) si svolsero i voli eliminatori per individuare il velivolo-tipo per l'Olimpiade progettata per il 1940, voli che si furono contesi dal Cap. piI. Hanna Reich (Germania), Ing. Zabsky (Polonia) e dal Cap. Laurin e dall'Ing. Venturini (Italia). A presiedere la Commissione tecnica fu il Professor Georgii della DFS tedesca, a dirigere l'organizzazione fu il Ten. Col. V. Bonomi.

L'Italia vi mandò i suoi due modernissimi alianti "Pellicano" e "AL-3" dell'Istituto sperimentale di volo a vela presso il Politecnico di Milano.

"AL-3" era un aeroplano ad ala alta autoportante a V modello Einholm con centina alare rigida a torsione, profilo alare spiccatamente trapezoidale, alettoni differenziali (angolo di escursione esterno superiore a quello interno, donde la grande manovrabilità anche a bassa velocità). I doppi freni di picchiata disposti sulla parte superiore e inferiore erano accoppiati in maniera da compensare le reazioni e da poter essere azionati con il minimo sforzo.

La fusoliera a struttura portante presentava sezione trasversale uniforme. L'abitacolo di pilotaggio era assai spazioso, largo 60 cm, e interamente coperto da un tettuccio in plexiglas sganciabile in volo. La fusoliera era perfettamente impermeabile per eventuali ammaraggi forzati.

Nella prova di volo l'angolo di planata risultò pari a 29,3° alla velocità di 70 km/h.

Il "Pellicano" era a sua volta un monoplano autoportante, ma con l'ala a profilo accentuatamente spezzato, struttura che offre il vantaggio di consentire un'ampia superficie, il che permette di ridurre il carico alare e di allungare notevolmente l'ala, fatto che a sua volta conferisce buone qualità aerodinamiche all'aliante.

Nel mese di aprile, in collaborazione con l'Istituto di ricerche germanico sul volo a vela, fu insediata in Libia una Commissione di studio italo-tedesca per accertare le possibilità del volo a vela nel deserto.

I risultati furono del tutto soddisfacenti, i voli compiuti superarono i 200 km.

Nell'estate 1939 furono effettuati, insieme con la DFS germanica, anche voli sperimentali a Tripoli.

Pur se il bilancio del volo a vela italiano appariva ancora modesto, considerati i risultati ottenuti in Germania, i piloti italiani poterono tuttavia constatare ogni anno un considerevole aumento delle loro prestazioni.

Lo scoppio della guerra nel 1939-40 impedì ulteriori importanti attività nel campo del volo a vela.

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