sabato 16 dicembre 2017

Bovolone un campo di fortuna da aeronautica Luglio 1995

Bovolone, un campo di fortuna da aeronautica Luglio 1995



di Andrea Lombardi 



Una veduta del campo di Bovolone con due alianti scuola 


Sulla nascita di Bovolone, in seguito classificato "Campo m7 di fortuna" ed attualmente dislocato nel sedi me del 72° Gruppo Intercettori Teleguidati "Bovolone", non si hanno notizie precise. Per avere informazioni ci si è rivolti agli anziani del luogo, i quali hanno tramandato ai figli notizie frammentarie e non sempre coincidenti o del tutto attendibili. Prova sicura della sua esistenza è data da una pista di volo che collegava i paesi di Bovolone e Cà degli Oppi e, sino a qualche decennio fa, prima che l'abitato la seppellisse con il proprio cemento, era ancora visibile. 

A sentire gli anziani, pare che la pista fosse nata durante la prima guerra Mondiale, quando tutto il Veneto altro non era che un campo di volo per aeroplani. Probabilnente il nome di "campo di fortuna" derivava da questa origine. Terminata la guerra, il campo fu dismesso sino al 28 aprile 1929 quando, con Decreto Ministeriale n.2283, fu ufficialmente istituito il "Campo di fortuna" di Bovolone. Questo "campo" rimase inattivo per un decennio circa, sino a quando, sull'onda dell'entusiasmo per l'aviazione italiana ed i suoi successi in campo internazionale, non si sviluppò anche da noi la passione per il volo a vela. Come ricordato da Euteneuer, l'interessamento da parte ufficiale aveva preso corpo nel 1927 con l'istituzione della scuola di volo librato di Pavullo, nell'appennino tosco-emiliano. A questa scuola se ne aggiunsero delle altre, attraverso un'organizzazione premilitare aeronautica affidata essenzialmente alla GIL (Gioventù italiana del Littorio), che operava sui giovani suddividendoli in categorie organizzate a seconda dell'età e selezionandoli per una più specifica e congeniale destinazione nelle tre forze armate. Nell'ambito di questa struttura esistevano due scuole di volo a vela "veleggiato" (ovvero con alianti di caratteristiche più avanzate) rispettivamente a Sezze Littorio (oggi Sezze Romano) e Asiago, gestite dalla RUNA (Reale Unione Nazionale Aeronautica, nome assunto nel 1935 dal R. Aero Club d'Italia). Molto più numerose erano invece le scuole di volo "Librato", come Pavullo, Poggio Renatico, e, appunto, Bovolone: a quest'ultima vennero assegnati due veleggiatori di categoria "Allievo C". 

Busta intestata della RUNA di Bovolone 

Anche se per necessità militare nel 1940 fu necessario abbandonare alcuni campi di aviazione, l'attività continuò migliorandone l'organizzazione. Rimasero in funzione i campi di S. Caterina, Sezze, Pavullo, Asiago e, ancora, Bovolone dove l'attività proseguì per merito del maresciallo pilota Gianni Toson. Grande appassionato di volo a vela, con la collaborazione del verricellista Luigi Tesini, del motorista Rizzotti, di Luigi Rezzati ed al tri, tutti di Bovolone, conquistò con un aliante CAT.2()1un primato nazionale e uno mondiale. Questa impresa, come testimoniato dal quotidiano "L'Arena" del 24 e 26 agosto 1941, fruttò a Toson una medaglia d'oro ed una frase che lo avrebbe ricordato negli anni a venire come "quello dei tre giri della morte". Tra i molti giovani brevettatisi a Bovolone è possibile ricordare i nomi di Alberto Simone e Gastone Zanetti. Questo non significa fare una impossibile discriminazione fra persone più o meno importanti: si tratta semplicemente degli unici tuttora viventi che mi siano personalmente conosciuti. 

I ricordi di Alberto Simone su questo periodo che egli stesso definisce "felice" non sono molti ed anche quei pochi sono molto labili. Egi ricorda per esempio come nell'hangar dell'aeroporto fosse ricoverato il Saiman 202 del famoso corridore automobilista Tazio Nuvolari. Altri ricordi di quel periodo sono due libretti personali dei voli, un foglio intestato del "Reparto Alianti" del "R.o Aeroporto BOVOLONE (Verona)" ed un foglio ed una busta con l'intestazione della "Scuola Volo senza Motore", 

L'ingegner Gastone Zanetti, tuttora vivente a Nogara (Verona) è ancor oggi ricordato per una sua iniziativa originale e, diciamolo, creativa. Egli ideò, progettò, costruì e collaudò infatti il vel egg ìa t or e "S.Rocco", immatricolato I-ZANE. Il veleggiatore del giovane e spericolato ingegnere destò allora grande impressione, tanto che sia "L'Arena" che "L'Avventuroso" pubblicarono all'epoca alcuni articoli in proposito. Nel 1941 per il suo battesimo dell'aria si mosse anche una troupe dell'Istituto Luce. Nonostante l'improvvisa celebrità Zanetti continuò egualmente a prendere lezioni di volo e ascoltare i consigli che l'esperto Toson gli forniva. In alcune foto che l'ingegner Zanetti conserva assieme a vari calcoli e libretti lo si scorge seduto nell'abitacolo del veleggiatore mentre ascolta gli ultimi consigli. In una seconda foto si nota un'automobile senza sportelli e con il verricello installato. La terza foto è però quella che toglie ogni dubbio sull' esistenza di questo "Campo di fortuna": sul terreno si legge a lettere cubitali ... VOLON ... , parte del nome Bovolone scritto in grande perché fosse ben visibile dall'alto per facilitare l'identificazione del campo e della pista di atterraggio. 

La passione volovelistica dell'ingegner Zanetti si interruppe solamente con lo scoppio della 2a Guerra Mondiale ed il suo invio alla Scuola di Caserta per il corso di ufficiale pilota. Del "S. Rocco" non si seppe più nulla: pare che i tedeschi lo abbiano preso e portato in Germania. 

Ancora oggi, alla invidiabile età di oltre 70 anni, nei suoi pochi momenti liberi Zanetti torna ad assaporare la mai dimenticata ebbrezza del volo compiendo dei giri sulle Alpi con piccoli velivoli da turismo. Oggi come allora questa sua passione lo porta alla ribalta della cronaca locale, con un ennesimo articolo su "L'Arena" del 5 ottobre 1984. L'entrata in guerra dell'Italia determinò lo scioglimento della scuola di volo di Bovolone, anche perché tutti gli uomini erano stati chiamati dalla Patria a compiere il proprio dovere. 

Tuttavia l'aeroporto non fu chiuso perché per l'Aeronautica era ancora utilizzabile. Per questo ancora nel 1943 è registrata l'imposizione delle servitù militari. Dopo l'armistizio il campo fu utilizzato dai tedeschi come base aerea allo scopo di contrastare l'azione degli alleati. Ma questa è un'altra storia. 

Nessun commento: